ARTIGIANO / PMI
L’arte della vetrofusione non è conosciuta ancora in tutte le sue potenzialità e articolazioni dal grande pubblico. In effetti, entrando nel laboratorio di Chiara Ferraris dove si pratica questa attività, si rimane positivamente spiazzati e molto incuriositi. Ci si chiede ad esempio come sia possibile “manipolare” cavando fuori da una lastra di vetro forme, segni, opere, intuizioni artistiche.
Laureata in lettere, in storia della miniatura, Chiara Ferraris ha frequentato successivamente la scuola per artigiani e restauratori imparando l’arte della vetrofusione. Successivamente è stata “a bottega” per alcuni anni e, infine, ha frequentato il corso di specializzazione con Miriam di Fiore per poi, nel 2000, aprire l’attività in proprio.
Più che un’azienda il suo è un laboratorio, il classico atelier di artista, dove trovano collocazione colori, pennelli, spatole, lastre di vetro, attrezzi di lavoro e un forno per cuocere i lavori che vengono realizzati. Oltre i complementi di arredo, l’illuminotecnica, l’oggetto di design, i bijoux e accessori per la persona, troviamo oggetti e vere e proprie sculture artistiche: “a volte voglio andare oltre la realizzazione di un semplice manufatto…voglio fare qualcosa di più…voglio utilizzare l’arte della vetrofusione per realizzare opere d’arte”.
La continua ricerca di nuove forme e soluzioni tecniche danno vita a capolavori in vetro unici nel loro genere. Di particolare impatto i lavori che si rifanno a Warhol, in particolare il ritratto realizzato con il supporto di una foto di un abbraccio che la vede protagonista con il suo bimbo.
Ricordiamo infine il premio della giuria tecnica che Chiara Ferraris ha ricevuto per “Cambio di prospettiva”, un lavoro realizzato in occasione del concorso Cavour Capo d’Opera nell’ambito della partecipazione al Celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un’opera concepita per offrire allo spettatore una visione a tutto tondo, utilizzando sia l’immagine frontale dipinta in vetrofusione sia il suo riflesso nel profilo della figura ricavato da specchi sagomati. Un omaggio a Picasso con l’utilizzo di un materiale, il vetro, che la seduce a livello tattile, estetico e tridimensionale.
DESIGNER
E’ un designer italiano con all’attivo una considerevole carriera internazionale dalla Finlandia alla Corea del Sud. Si è laureato in Disegno Industriale presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino dove ora insegna Keywords Design.
Si occupa di grafica, interior e product design, vincendo negli anni numerosi premi nei vari ambiti, come “HP Hand Project Design 08 Award” premio internazionale promosso da Hewlett-Packard. Nel 2007 vince il “Silver Award” al concorso per giovani talenti Samsung Young Design Award con il progetto “hiREC – product recorder” e nel 2008 vince il primo premio per il merchandising ufficiale di Torino World Design Capital.
Nel 2009 ha presentato la sua prima mostra personale “Logography”, dedicata ai lavori sui loghi, e nel 2020 ha vinto il WOLDA – World Logo Design Award con il suo logo per il ristorante “Pank”. Nel 2015 ha ricevuto dal Presidente del Senato della Repubblica Italiana il riconoscimento di “Giovane Eccellenza Italiana” e nel 2016 è stato selezionato come “Resident Artist” nel campo del design industriale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, dove ha presentato il progetto “Work in Progress” in collaborazione con Seletti SpA. Ha in seguito collaborato con il MIUR come giovane ambasciatore del design italiano. Nel 2018 è stato “Guest Artist” per la multinazionale Diageo, per la quale ha progettato e illustrato un intero Reservation book, pubblicato in tiratura limitata.
Attualmente partecipa a numerose mostre internazionali e dirige workshop che hanno come tema il food design in collaborazione con brand sia internazionali che locali, come la birra Baladin e Lavazza. Cura la direzione artistica di diversi marchi come consulente e ha sviluppato progetti per aziende di tutto il mondo, come Ferragamo, Diageo, Lavazza, Kinder&Ferrero, Seletti, Rexel, Ritzenhoff, Diamantini&Domeniconi, De Longhi, Eurochocolate, F.lli Guzzini, D3CO, Guardini, Ghidini, Skitsch, Snowmons, United Pets e molti altri. Insegna anche Systemic Innovation Design al Master in Eco Packaging Design presso il Politecnico di Torino poiché la sostenibilità è diventata l’obiettivo principale dei suoi lavori più recenti.
Via Sandre 14 – Venaria (TO)
Gea è una lampada realizzata sfruttando l’espressività e la trasparenza del vetro, attraverso la termofusione dei singoli elementi, schegge di vetro colorate provenienti da scarti di lavorazioni con diverse tonalità, che costituiscono l’iride, cerchio perfetto inscritto in un ellisse opalino ottenuto mediante termoformatura.
Gea è una lampada realizzata sfruttando l’espressività e la trasparenza del vetro, attraverso la termofusione dei singoli elementi, schegge di vetro colorate provenienti da scarti di lavorazioni con diverse tonalità, che costituiscono l’iride, cerchio perfetto inscritto in un ellisse opalino ottenuto mediante termoformatura.
GEA nella mitologia greca è la dea primordiale, la madre della terra, origine del mondo, presente un po’ in tutte le mitologie ancestrali dell’essere umano. Luce come mezzo per vedere, intesa come ciò che permette di distinguere le forme, la profondità della realtà, ma anche la luce che emana la verità raggiunta tramite la conoscenza, simbolo di vita fondamento simbolico religioso.
Tuttavia, della luce siamo coscienti solo quando questa è assente, poiché senza di essa non siamo più in grado di vedere.
Attraverso l’occhio di Madre Natura nel suo luminoso splendore, acquisiamo coscienza su ciò che ci circonda, una finestra allegorica sul creato e lo stato attuale del mondo.